In qualsiasi azienda che voglia essere competitiva la selezione del personale è uno degli elementi essenziali che il management deve progettare e realizzare in modo accurato e competente. La selezione delle persone giuste da inserire nei posti giusti è una delle chiavi del successo di ogni azienda. Phil Jackson, allenatore di 9 campionati NBA, ha sempre sostenuto che la differenza tra una buona squadra e una grande squadra sta nella tenacia e nella voglia di vincere di ogni giocatore. Questo per qualsiasi team nel business come nello sport. A questo approccio vi è però un’eccezione tutta italiana portata avanti dalla più parte delle squadre professionistiche di calcio. Infatti, in questi anni i calciatori che vengono scelti dalle società sono spesso giocatori che non sono in grado di rappresentare in campo un valore aggiunto. Inoltre sono stranieri (84 nuovi solo in questa nuova stagione) che limitano l’accesso in squadra ai giovani calciatori italiani. Il danno che si viene a creare è molto grave. S’impedisce di fatto ai giovani italiani di giocare, si rende inutile l’attività giovanile poiché i migliori non troveranno squadre disposte a inserirli nell’organico, si spendono inutilmente soldi per giocatori stranieri che non sono di valore, la squadra perde ulteriore valore perché non può contare su giocatori tenaci e che vogliono vincere. Non vi sono spiegazioni che permettono di comprendere questo fenomeno così auto-lesionista per i club. Non so se questa serva a coprire attività finanziarie che consentono l’evasione fiscale. Certamente la professionalità dei dirigenti di calcio esce sconfitta da questo approccio e dato che questa pratica è così diffusa evidentemente non preoccupa anzi ne esce rinforzata.
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