Insegnare la grinta

Un nuovo modo per insegnare l’ottimismo, lo  insegna Amy Lyone agli studenti per diventare consapevoli dei propri pensieri attraverso uno strumento chiamato una “grit pie” (la torta della grinta). La torta di per sé rappresenta un ostacolo per lo studente, e ogni fetta rappresenta una causa realistica del problema. Gli studenti analizzano se i loro pensieri sul problema sono permanenti (“faccio pena in matematica e non sarò mai bravo”) o temporanei (“ero distratto dai miei amici”) e se a causa di questo problema s’incolpano (“non ho chiesto aiuto quando non ho capito il compito di matematica”) o altro (“l’insegnante non mi piace”). Idealmente, i pensieri degli studenti sono temporanei, e se si assumono almeno qualche responsabilità personale per il problema – ambedue permettono un cambiamento positivo molto più facile.

(Da Edutopia)

1 Risposta a “Insegnare la grinta”


  • Maurizio Valenti

    La presentazione è molto interessante e facile da capire. Tuttavia, a livello pratico mi sembra l’applicazione della teoria dell’attribuzione (Weiner, 1972) o sbaglio?

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