Cosa impariamo dal free urban movement

I tre giorni di Try&Enjoy organizzati dalla UISP e Bologna Fiere personalmente mi hanno trasferito un significato arricchito di quello che dobbiamo intendere non solo per sport per tutti ma anche della relazione tra giovani e sport. Iniziamo da quanto hanno raccontato gli ospiti stranieri. In Danimarca negli ultimi 10 anni sono stati costruiti 70 impianti dove praticare il parkour, che è lo sport più diffuso fra i giovani insieme al calcio. Secondo, viene praticato anche dai bambini a scuola nei 45 minuti di attività motoria che ogni giorno i danesi fanno a scuola. Terzo, sono atleti coloro che hanno fondato l’impresa che ha promosso in questi anni questaattività. Sta accadendo ciò che è già avvenuto più volte in passato (con Gatorade, Nike e Patagonia per citare solo alcuni esempi famosi) in cui sono gli esperti del mondo sportivo che creano aziende per diffondere il loro modo di vivere lo sport. Lo stesso è avvenuto anche in Belgio dove un appassionato di skateboard con il suo gruppo a Bruxelles è passato dalla protesta contro la municipalità per l’assenza di spazi alla riqualificazione di una piazza dove fare convivere sportivi e i cittadini che frequentano uno spazio pubblico, lavorando con architetti e ingegneri per costruire uno spazio adatto per lo skateboard in termini strutturali e di come doveva essere, ad esempio, la pavimentazione per ottenere il migliore scivolamento possibile. Ambedue questi gruppi stanno lavorando anche in altri paesi europei portando la loro professionalità e avendo trasformato la loro passione in un lavoro. L’altra esperienza riportata veniva dalla Francia dove invece non esiste nessuno spazio strutturato e dove si ha difficoltà a diffondere queste attività così com’è anche nel nostro paese.

Perché il free urban movement è così ben accolto anche nella scuola come i danesi c’insegnano? Perché se lo liberiamo dalla sua accezione glamour divulgata da 007 nel film Casino Royale o dalle espressioni estreme che possono raggiungere i suoi atleti migliori, è in realtà un’espressione completa dei movimenti umani di base e quindi adatta a essere insegnata nella scuola primaria. Con il parkour si sviluppano infatti la coordinazione, l’equilibrio, i salti, la corsa, ma anche abilità cognitive come la consapevolezza visuo-spaziale e i processi decisionali. L’educazione tramite queste forme di movimento migliora la connessione tra se stessi e l’ambiente fisico. Insegna anche a prendersi dei rischi calcolati, a sapere ciò che si può fare in un determinato momento con il livello di abilità motoria che si possiede e questa è una componente essenziale dell’autostima mentale e corporea di un giovane.

Inoltre è l’attuazione in forma moderna e adatta a individui che crescono e si sviluppano in città di forme di attività che sono sempre esistite. In campagna i bambini hanno sempre saltato i muretti, giocato nei fienili, saltato i fossi e salito gli alberi. Da ragazzo questa attività negli scout la chiamavamo “challenge” ed era una gara in cui si saliva sugli alberi con una corda e poi ci si dondolava come tarzan prima di buttarsi a terra, si correva giù di corsa nelle pietraie, si faceva il passaggio alla marinara tra due alberi, si saliva e si scendeva di corsa nei boschi per arrivare alla fine al traguardo. Oggi si propone la stessa cosa ma in città sfruttandone gli spazi e le architetture.

A questo riguardo anche gli architetti che si occupano di vivibilità nelle città hanno infatti iniziato a occuparsi di free urban movement in tutte le sue manifestazioni dagli spazi per camminare o andare in bici  a quelli per praticare altre forme di movimento. Lo scopo è di adattare le città al movimento umano libero e spontaneo. Quindi queste nuove espessioni motorie, in quanto ancora poche diffuse e poco accettate in molti paesi europei, rappresentano una forma di sviluppo di sport a misura di ognuno, attualizzando per la vita cittadina attività che hanno sempre fatto parte della storia dell’uomo e cioè camminare, correre, saltare e se è il caso fermarsi e tornare indietro se proseguire è pericoloso.

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