Il ruolo essenziale dei genitori nello sport

Sempre più ragazzi e ragazze scelgono l’attività sportiva come una possibile attività professionale. In altre parole, vogliono trasformare la loro passione per lo sport in un futuro lavoro, quello di atleta. Alle loro spalle hanno spesso genitori che non ritengono più lo sport solo come un’attività del tempo libero o un’attività formativa per giovani adolescenti, ma sostengono i figli in questa scelta perché vogliono dare loro un’opportunità di vivere la loro passione. Certamente vi sono genitori frustrati dalla loro vita che spingono in questa direzione perché vogliono realizzarsi attraverso i successi dei figli, non essendo stati capaci di vivere la vita che avrebbero desiderato. Ve ne sono molti altri che al contrario accettano la scelta e la sostengono perché vogliono che il proprio figlio/a sia realmente impegnato in qualcosa per lui/lei di importante. Praticare uno sport in maniera professionale già a 15 vuol dire avere poco tempo per la scuola, si tratta quindi di trovare diverse modalità di studio senza doversi per forza appiattire su quegli istituti privati in cui pagando la retta si ha la certezza di essere promossi. Purtroppo neanche la recente istituzione del liceo sportivo può risolvere questo problema, poiché in molti sport si è impegnati sia la mattina che il pomeriggio e poi le gare richiedono trasferte anche lunghe e ripetute che sono di ostacolo a una frequenza regolare dei corsi. I genitori sono necessari e centrali nella gestione del giovane: devono accompagnarli all’allenamento, in molti sport devono investire economicamente per sostenere l’attività, hanno la responsabilità dello sviluppo dei loro figli e quindi devono capire se società e allenatore sono adeguati al proprio figlio oppure se vi sono motivi reali d’insoddisfazione.  Vi sono anche genitori, come detto, inadeguati a svolgere questa funzione e questo è il problema peggiore che possa vivere un giovane, perché si può cambiare tutto ma non mamma e papà. In sintesi, influenzare e guidare in modo responsabile i propri figli è sempre impegnativo, fare questo nello sport lo è ancora di più, perché manca un analogo dell’organizzazione scolastica che, con tutti i suoi limiti, dirige la vita dei giovani attraverso gli orari quotidiani e i compiti a casa. I genitori, a mio avviso, andrebbero sostenuti e aiutati dalle organizzazioni sportive a scegliere il meglio per i loro figli e dovrebbero potersi servire di esperti forniti dal mondo sportivo per affrontare qualsiasi situazione di difficoltà si possa incontrare.

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