Archivio mensile per marzo, 2014

30.000 calciatori senza lavoro

Siamo un paese dove la maggior parte dei ragazzi gioca a calcio, perchè? Se sono 30.000 i calciatori senza lavoro?

Va bene giocare a calcio ma togliamo dalla testa dei genitori che il loro figlio possa diventare un calciatore.

 

La mente di Missy Franklin

Missy Frankiln, nuotarice 19 anni, 6 ori mondiali e 4 a Londra ha vinto il Laureus World Sports, fondazione che si preoccupa di integrare tramite tramite lo sport coloro che vivono in condizioni sociali svantaggiate.  Il suo profilo psicologico emerge con chiarezza dalla intervista a Emanuela Audisio pubblicata su laRepubblica.

Prima della partenza – “Mi esalto, mi dico: finalmente. Vivo per quel momento: altrimenti che ti alleni a fare?”

Competitività – “Mi piace la battaglia, lottare fino a stremarmi. Sono nata per fare sport, magari avrei scelto il basket”.

Vita extra sportiva – “Mi sono iscritta a Berkeley, a psicologia … ci tengo a fare la matricola, a sbagliare programma della lavatrice, a mangiare porcherie al bar, ad avere una compagna di stanza. Come tutte le ragazze normali: mi sposerò, avrò dei figli, una famiglia”.

Divertimento – “Se tira fuori la parola sacrifici sparo. Mi diverto ho scelto io il nuoto, anzi mi ha spinto la mamma, che non sa stare a galla e ha paura dell’acqua”.

Preparazione mentale – “Non ho bisogno dello psicologo. Io da quattro anni ho trovato Dio. Alla fine sia che vinca sia che perda io mi sento amata. E mi dico: Dio sarà orgoglioso di me. Per questo tengo a mente anche quelli che sembrano piccoli momenti e che in futuro diventeranno grandi”.

La pratica fisica in Europa

Secondo i risultati dell’ultimo sondaggio Eurobarometro sullo sport e l’attività fisica, il 59% dei cittadini dell’Unione europea mai o raramente pratica sporto qualche forma di esercizio fisico, mentre il 41% lo fa almeno una volta alla settimana. Il Nord Europa è fisicamente più attivo rispetto al Sud e dell’Est. Il 70% degli intervistati in Svezia ha dichiarato di praticare sport o attività fisica almeno una volta alla settimana,  davanti a Danimarca (68%) e Finlandia (66%), seguita dai Paesi Bassi (58%) e il Lussemburgo (54%). Alla estremità opposta, quindi negativa, della scala, vi è il 78% in Bulgaria, seguita da Malta (75%), Portogallo (64%), Romania (60%) e Italia (60%).

Bisogna ridurre lo stress quotidiano

Arianna Huffington su Repubblica.it di oggi pone l’accento sulla necessità di ridurre lo stress quotidiano derivato dal lavoro come necessità per migliorare la qualità della propria vita e mantenere una condizione di salute. A questo riguardo è bene ricordare quali sono gli atteggiamenti e i comportamenti che mettono a serio rischio la salute nonché il benessere delle persone:

  1. eccessiva competitività,
  2. accentuazione nel linguaggio quotidiano di parole chiave, senza che di ciò vi sia bisogno e tendenza a mangiarsi le ultime parole di una frase,
  3. preoccupazione di non rispettare i termini di consegna del lavoro,
  4. intolleranza verso gli altri ed i ritardi,
  5. desiderosi di ricevere rinforzi dagli altri e premi tangibili,
  6. condizione costante di allerta  fisica e psicologica che può sfociare in comportamenti aggressivi,
  7. abitualmente impazienti con persone e situazioni,
  8. poco orientati alla identificazione di obiettivi specifici, perché più orientati all’azione,
  9. sentimento di colpa mentre si rilassano o si riposano
  10. eccessivamente critici verso se stessi e gli altri.

Sono individui che abitualmente vivono la loro vita sempre con il piede sull’acceleratore e non frenano mai. Pur se dotati di molta energia, hanno sempre fretta, vanno a tavoletta e non si fermano mai. Questo è il loro problema: considerano ogni opportunità di rallentamento come una perdita di tempo, poiché hanno sempre la testa orientata sull’ostacolo successivo. L’accelerazione alla comunicazione che vi stata in questi ultimi anni grazie alla diffusione del cellulare e della posta elettronica, li ha resi ancora di più prigionieri di questo modo di vivere, poiché ora la reperibilità è h24 e ciò non fa altro che assecondare sempre di più questa fretta.

Nello specifico quali sono gli aspetti che maggiormente inficiano la loro salute? L’ambizione, l’impazienza o l’ostilità?  Ricerche longitudinali hanno rilevato che individui con elevati punteggi di ostilità, a distanza di 20 anni da questa valutazione avevano una più alta frequenza di morti dovute a problemi cardiovascolari rispetto a coloro che avevano ottenuto punteggi bassi di ostilità.

Inoltre è l’associazione fra ostilità e cinismo che sembra produrre effetti così negativi sul benessere personale. Il cinismo si spiega in termini di  sfiducia nella natura umana, negli ideali e nelle convenzioni sociali.

A conferma di questa interpretazione è stato evidenziato che è possibile lavorare in ambienti altamente stressanti, mostrare comportamenti come quelli descritti e mantenere un livello di salute adeguato. Questa condizione positiva la si può ottenere se le persone:

  1. sono impegnate non solo verso il lavoro ma anche verso se stessi, la famiglia e altri valori, evitando così di cadere in atteggiamenti cinici,
  2. sono convinti di esercitare controllo sulla loro vita professionale e privata,
  3. hanno la tendenza a considerare i cambiamenti della vita come una sfida da padroneggiare e non solo come problemi e preoccupazioni.

I pensieri che ispirano Zanardi

Alex Zanardi è un grande campione nello sport e nella vita e ieri l’ho sentito parlare di fronte a una platea di giovani. Mi hanno colpito due idee, semplici ma molto evocative.

La prima – “Dobbiamo sincronizzare il cervello sui desideri del cuore”, idea ottima per spiegare che dobbiamo coltivare le nostre passioni anziché subire le imposizioni dell’ambiente in cui viviamo. Mette però anche in evidenza che la nostra mente deve svolgere il ruolo di programmatore di quanto è necessario per passare dal semplice sognare a occhi aperti a mettersi nella condizione di realizzare un nostro desiderio. Desideri e realtà in questo modo s’intrecciano, evitando di venire schiacciati dalla quotidianità perché vissuta come espressione pratica della nostra passione.

La seconda – Un ciclista amatoriale che incontra per strada durante un allenamento gli dice che lui certamente si sarebbe dopato se qualcuno gli avesse detto che così facendo avrebbe vinto il Tour de France e chiedendo il suo assenso Zanardi gli risponde invece “Sei matto”. E poi continua dicendo che lo sport è un’occasione e, proprio per questa ragione, se sei nella condizione di vincere o comunque di fare il tuo meglio “quando ti capita nella vita di provarci da solo” a ottenere questo risultato? E che fai ti dopi perdendo questa opportunità?

Sono pensieri che aiutano a riflettere e che fanno bene al cuore e alla mente

Real Madrid-Barcellona: quando il calcio è di nuovo appassionante

Ieri sera si è giocata Real Madrid – Barcellona ed è stata una gran bella partita di calcio. E’ terminata 4-3 per il Barcellona ma è tanta la qualità dei giocatori in campo che sarebbe potuta  terminare anche 6 a 6. Si sono affrontate due filosofie di gioco diverse, quella del Real Madrid centrata sulle individualità che risolvono le partite e quella del Barcellona in cui domina la coralità del gioco. Due squadre che volevano vincere e quindi si sono rese disponibili a subire gli attacchi continui degli avversari. Una partita in cui si è corso, non per il gusto di faticare, ma per la necessità di mantenere elevata l’intensità di gioco, per non dare ognivolta  agli avversari  il tempo di riorganizzarsi con facilità. Mantenere un’elevata pressione sugli avversari è un atteggiamento che il Barcellona ha saputo mostrare meglio del Real Madrid. Ci sono stati tre rigori perchè la qualità di Cristiano Ronaldo, Neymar e Iniesta è tale che i difensori hanno dovuto commettere fallo per fermarli. Quando due squadre composte da così tanti campioni entrano in campo per vincere lo spettacolo è certo, sono giocatori che non rallentano e trasmettono al pubblico la loro voglia di rischiare, di giocare la palla per il piacere che dà il farlo in modo efficace. E’ certamente il loro lavoro ma hanno trasmesso che il calcio è la loro passione e che con questo atteggiamento giocano. Un po’ come nelle partite dei bambini in cui tutti vogliono divertirsi e fare goal.

Più “progresso”, più diabete e obesità

La diffusione di obesità e diabete di tipo 2 potrebbe diventare epidemica nei paesi a basso reddito, tra gli individui che posseggono televisori, computer e automobili. E’ questo il risultato di uno studio internazionale, condotto da Scott Lear della Simon Fraser University e pubblicato sul Canadian Medical Association Journal. Lear ha diretto un gruppo di ricerca internazionale che ha analizzato i dati relativi a 150.000 adulti provenienti da 17 paesi  con diversi livelli di reddito.

I ricercatori hanno trovato un aumento del 400% in obesità e  del 250%  nel diabete tra i proprietari di questi tre oggetti residenti in paesi a basso reddito. Lo studio ha inoltre messo in evidenza che il possesso di tutti e tre i dispositivi è associato a una diminuzione del 31% in attività fisica, del 21% di sedentarietà e un aumento di 9 cm di giro vita rispetto a coloro che non li possiedono.

Comparativamente  i ricercatori non hanno trovato alcuna associazione nei paesi ad alto reddito, suggerendo che gli effetti di possedere oggetti legati a stili di vita sedentari sono già da tempo presenti.

“Con la crescente diffusione delle moderne comodità – televisori, automobili, computer – i paesi a basso e medio reddito possono raggiungere gli stessi livelli di obesità e di diabete dei paesi ad alto reddito, che sono il risultato della troppa sedentarietà, della ridotta attività fisica e aumento dell’assunzione di calorie”, spiega Lear.

I risultati possono portare a “conseguenze sanitarie sociali potenzialmente devastanti ” in questi paesi, Lear aggiunge. Si prevede un aumento dei tassi di crescita di obesità e diabete  nei paesi a basso e medio reddito maggiore sarà il livello di industrilizzazione.

Meno dell’1% diventa un giocatore professionista

Lo sport è un settore importante nella vita di molti giovani, ma solo un piccolo numero di essi diventerà atleti. Per questo motivo i genitori, gli atleti stessi e gli allenatori devono essere consapevoli che la possibilità di avere una carriera sportiva di successo è veramente rara. I numeri esposti nella tabella illustrano meglio di ogni altra spiegazione questa situazione.

Domande per i genitori sullo sport dei figli

Oggi i genitori svolgono un ruolo decisivo nel favorire l’attività sportiva dei figli. Qualche domanda per riflettere su come li educhiamo:

  1. Incoraggio mio figlio  a fare sport per divertirsi e non per vincere?
  2. Faccio attività fisica o movimento con mio figlio?
  3. Parlo con mia figlia dell’importanza dell’impegno indipendentemente dal risultato?
  4. Mostro un umore positivo e stabile nel parlare di sport con mia figlia?
  5. Accetto che mio figlio abbia idee e desideri diversi dai miei?
  6. Evito di criticare durante la competizione?
  7. Mi mostro avvilito o arrabbiato quando perde e contento quando vince?
  8. Sono fermamente convinto che la sua felicità sia la cosa più importante e non le mie aspettative?
  9. Chiedo “Cosa ne pensi di …?” o dico subito quello che penso sia giusto?

 

 

I 30 giovani sotto i 30 al top nei media digitali

Sono tutti giovani sotto i 30 anni che hanno un seguito notevole su internet e che affrontano i temi più disparati. Dal primo classificato Farea al_Muslim, yemenita di 24 anni, che ha parlato contro i droni che hanno distrutto il suo villaggio al Senato degli Stati Uniti, a Mosa’ab Eishamy, egiziano di 23 anni con le sue foto sulle vittime della rivolta del Cairo, a Dina Toki-O, 24 anni, stilista della moda mussulmana a Cara Allison, 28 anni, produttrice e giornalista di videogame. Questi sono solo alcuni di questi ragazzi, la cui decsrizione la si trova sul Guardian. Sono esempi d’imprenditorialità, coraggio, creatività, voglia di essere utili e di farsi conoscere. Esempi per tutti quelli che invece stanno fermi.