Archivio mensile per settembre, 2013

C’è relazione tra eccellenza e talento?

Si parla spesso di talento come di qualcosa fortemente collegato all’eccellenza delle prestazioni. Spesso parlare di talento serve invece come criterio per eliminare degli atleti, perchè secondo qualcuno non lo posseggono oppure viene utilizzato per cercare il pelo nell’uovo scordandosi dell’importanza dell’uovo. A questo riguardo il pensiero di un campione come Michael Phelps può servire a riflettere su quanto l’atteggiamento mentale dell’atleta sia l’aspetto decisivo per allenarsi a fornire prestazioni eccellenti.

“Le persone dicono che ho un grande talento, ma la mia opinione è che l’eccellenza non ha nulla a che fare con il talento. Riguarda invece in che cosa scegli di credere e quanto sei determinato a crederci. La mente è più potente di ogni altra cosa”. Michael Phelps

Le ragioni della rinascita della Roma

Il cambiamento dell’atteggiamento in campo della Roma e delle conseguenze che ne derivano: migliore gioco, combattività dei singoli, forte coesione e maggiore senso di appartenenza rappresenta un dato positivo non solo per la Roma, prima in classifica, ma per il calcio italiano. Il primo passo verso questo cambiamento è rappresentato dalla diversa organizzazione della società, più chiara, senza sovrapposizione nei ruoli dirigenziali chiave, che ha determinato la scelta dei giocatori da cedere e quelli da immettere, facendo attenzione alle necessità di bilancio e a prendere non solo giocatori bravi ma anche dotati della personalità necessaria per giocare ad alto livello. Il secondo tassello è costituito dalla scelta di un allenatore non glamour o filosofo ma concreto. Dal punto di vista psicologico si è presentato come il classico padre severo ma giusto; in tal modo i giocatori si sono sentiti rispettati e così da questo nuovo ambiente e dall’intreccio di queste relazioni è nato il gioco attuale.  Il risultato della Roma dimostra che per vincere è innazitutto necessario avere un’organizzazione societaria efficace e un allenatore (il leader della squadra) che valorizzi i calciatori, non li escluda per un pregiudizio personale e che faccia rispettare regole semplici e ben definite. Solo a questo punto inizia l’allenamento del gioco.

Bisogna allenare la mente a gareggiare

Nonostante molti allenatori riconoscano il ruolo decisivo svolto dalla mente nel favorire/ostacolare le prestazioni sportive, ve ne sono ancora altrettanti che pensano che  le difficoltà mentali si superino allenandosi di più o partecipando a più gare. In genere chi la pensa in questo modo è convinto che a un certo punto l’atleta si sbloccherà e comincerà per lui/lei una nuova fase vincente della carriera. In sintesi, bisogna gareggiare, fare esperienza e poi vinto il primo torneo le cose si sistemeranno. Incontro molti atleti/e che mi raccontano storie di questo tipo ma con un risultato diverso e negativo, hanno ancora gli stessi problemi e queste difficoltà incidono sempre di più nel demolire la fiducia in se stessi. Dicono che si allenano bene e poi vanno in gara e ripetono sempre gli stessi errori. Devo allora spiegare ciò che ho ripetuto centinaia di volte e cioè che possedere la tecnica (quale che sia lo sport) non vuole dire sapere gareggiare, che è una cosa completamente diversa. Quando questi atleti/e diventano consapevoli di questa differenza, in genere si tranquillizzano e a questo punto si può spiegare loro che seguire un programma di mental coaching è proprio utile per imparare a guidare la propria mente in gara.

Kathmandu Marathon – E’ come correre fumando una sigaretta

“Sabato scorso, il mio amico Richard e io siamo stati abbastanza coraggiosi a correre la maratona di Kathmandu, o meglio, la mezza maratona, fare l’intera distanza in questo traffico folle sarebbe stato suicida …
Si è svolta nel più classico stile Kathmandu! Quando sono arrivata per registrarmi alle 5.30 del mattino. Sabato scorso – ero già in ritardo di mezz’ora – la persona che avrebbe dovuto prendere i miei dati era introvabile. “Sarà qui in un minuto”, ha detto il direttore di gara, Nilendra Shrestha, che si era assunto il compito coraggioso di organizzare la maratona nella capitale nepalese per la settima volta di fila.

Più di 6.000 corridori avrebbero dovuto partecipare alla manifestazione, composta dalla maratona, una mezza maratona e una-fun-run 5 km, tuttavia, molti degli aspiranti deve avere dormito troppo,  dato che lo stadio – la partenza della gara – non sembrava molto affollato.

“Ogni anno vogliamo bloccare le strade, ma qui non è possibile. Non abbiamo strade alternative e i nostri cittadini e autisti non sono ancora abituati a queste cose “, ha spiegato Shrestha, che un tempo viveva in Germania e e ha vissuto la Germania Ovest degli anni 80. “Beh, è ​​certamente molto più facile fare una cosa del genere in Europa.”

Devo fare tanto di cappello agli organizzatori; perchè mettere insieme un evento come questo in Nepal deve essere un incubo. La partenza doveva essere alle 6 del mattino, sembra molto presto in relazione all’oraro delle maratone in Europa, ma qui a Kathmandu è l’unico modo per avere la possibilità di battere il traffico. Beh, questo è quello che pensavo. Da buona e puntuale tedesca, sno andata alla partenza alle 5,58, però, ma non c’era nessuno. Nessuno era pronto per iniziare alle 6 del mattino. ‘Vabbe’, ho pensato e sono nuovamente ritornata dentro lo stadio, dove le persone stavano ancora chiacchierando, registrandosi, facendo stretching o semplicemente chiacchierando”.

(Di Billi Bierling, giornalista e alpinista, contnua a leggere l’articolo completo sul suo blog)

It's still fun though!

 

Il ruolo dello psicologo dello sport nella squadra nazionale

Si è tenuta presso la Scuola dello Sport un workshop sul ruolo delle differenti figure professionali che lavorano in una squadra nazionale prima e durante grandi eventi sportivi. In relazione al ruolo dello psicologo ho messo in luce quali sono le principali attività da svolgere:

  • La preparazione psicologica essenziale è stata svolta in precedenza
  • Non introdurre nuove strategie e procedure ma aiutare gli atleti a seguire le loro abitudini
  • Lo psicologo non deve essere ossessionato dal “fare”
  • Sono necessarie 24 ore di assistenza e disponibilità a fornire consulenza in qualsiasi ambiente
  • Lo psicologo deve essere preparato all’unicità dei giochi olimpici
  • Seguire il programma preparato in precedenza
  • Essere reattivo e efficace
  • Promuovere l’uso di routine comportamentali e e piani giornalieri
  • Aiutare gli atleti a restare concentrati sulla competizione senza lascirsi distrarre dall’ambiente del villaggio e dell’atmosfera olimpica
  • Aiutare atleti e allenatori a non porre eccessiva enfasi sulla gara
  • Aiutare la squadra a generare un’atmosfera positiva e facilitante soluzioni efficaci
  • Essere pronti a sostenere psicologicamente i tecnici
  • Preparare strategie di gestione delle relazioni interpersonali
  • Comunicazione interpersonale fra i membri dello staff: gestione del tempo libero, relazioni con capo delegazione e dirigenti federali, gestione dei media

Campionato di calcio interessante: le sorprese nelle prossime partite

Il campionato di calcio di quest’anno è sinora il più interessante di questi anni, perchè fa emergere situazioni nuove con cui le squadre devono confrontarsi al di là del loro livello tecnico:

La Juve deve dimostrare che continua a avere voglia di vincere e la drammatizzazione di Conte sul caso di Pirlo, non proprio uno qualsiasi, che non è andato in panchina dopo la sostituzione ma negli spogliatoi è un segnale di quanto l’allenatore consideri decisiva questa condivisione totale di ciò che avviene in campo da parte della panchina, per mantenere alta la determinazione della squadra.

Il Napoli ha un impegno apparentemente facile con il Sassuolo ma non deve pensare di avere già vinto la partita, questa è certamente una delle partite in cui si può misurare la volontà della squadra a vincere il campionato.

La Roma è stata spesso una squadra che ai primi risultai positivi pensava già di essere arrivata alla fine el campionato, deve mostrare pazienza, dimenticare le partite vinte e stare concentrata solo giocare la prossima partita.

Il Milan ha molti problemi tra infortuni e le debolezze mentali di Balotelli. Certamente come tutti dicono Mario è a un bivio, sprecarsi come Cassano o diventare il simbolo del talento calcistico italiano: ma chi lo aiuta? Non basta la buona volontà del giocatore o dirgli di cambiare perchè ciò accade, gli serve qualcuno accanto che lo guidi a diventare adulto.

L’Inter era partita bene anche la scorsa stagione, continuerà? Mazzarri appare più fiducioso e convinto di Stramaccioni e questo è importante.

Balotelli deve cambiare atteggiamento

Balotelli può diventare un talento sprecato, con il vantaggio di vivere in un mondo dorato che gli allevia gli insuccessi con il denaro che in ogni caso guadagna. Forse farà la fine di Cassano, felice sconfitto in una squadra minore, dopo avere potuto essere il talento del calcio italiano. Eterni ragazzi che non accettano le regole perchè considerano il loro talento superiore alla necessità di rispettarle. Il loro problema è che non sanno di avere un problema, per cui continuano a ripetere sempre gli stessi comportamenti negativi. Il problema è rappresentato invece dagli altri che non li capiscono e che limitano il loro genio calcistico. La collaborazione e lo spirito di squadra sono dimensioni sociali di cui non conoscono il significato, esistono solo loro; sono parte della generazione-Io. Pongono se stessi al centro del mondo e sono il parametro a cui si devono adeguare le regole. Narcisisti: sì e veramente grandiosamente negativi. Possono cambiare, certamente se capiranno che il mondo può fare a meno di loro.

Roma e Napoli non devono farsi prendere dall’euforia

Roma e Napoli hanno un nemico interno che devono battere, si tratta dell’euforia che potrebbe conquistarle per essere dopo molto tempo da sole in testa alla classifica e per avere vinto le prime quattro partite, l’ultima delle quali è stata particolarmente densa di significati. Per la Roma è stato il derby con la Lazio, che è forse il match più importante da giocare e spesso in questa città ha il valore di una stagione intera. Il Napoli non vinceva dai tempi di Maradona con il Milan al Meazza, la Scala del calcio. Pertanto queste due vittorie hanno certamente aumentato la fiducia di queste squadre nelle loro capacità. A questo punto si può cadere nel tranello dell’euforia, tutto sembra essere positivo e si comincia a giocare con minore concentrazione, soprattutto le partite sulla carta più facili. Se ciò accadesse sarebbe un errore grave, che i due allenatori devono evitare. Le partite con le squadre che non aspirano al vertice della classifica devono essere affrontate al massimo dell’impegno, perchè se non si vincono sono punti persi che non si possono recuperare. Saranno poi gli scontri diretti con le migliori che determineranno chi vincerà lo scudetto, ma se si sono persi punti in precedenza, eventuali successi negli scontri diretti non permetteranno di distanziare le concorrenti. Pertanto le partite mentalmente più difficili sono proprio quelle in cui il risultato appare più scontato. A questo proposito è necessario che le squadre ricordino che il goal è un evento raro e che talvolta basta un tiro in porta per segnarne uno, mentre altre volte non ne bastano 10 di tiri.

Cercasi tifoso

Gli italiani non amano più il calcio: nel 2009 i tifosi erano il 56% della popolazione, negli anni successivi sono diminuiti in modo costante sino all’attuale 36%.  Ora sono una minoranza, ampia,  al cui interno domina sempre più la componente militante: gli “ultratifosi” che rappresentano il 47% dei tifosi. Invece, il tifoso “tiepido” rappresenta solo più  il 20% . In sostanza, il tifo in Italia riguarda sempre meno persone, e individui sempre più accesi e reattivi. Le ragioni di questo abbandono dipendono da tre fattori: il susseguirsi degli scandali, la violenza negli stadi e il declino delle squadre a livello europeo. Infine, altri due dati. Con il predominare del tifoso militante dilaga il tifo contro gli avversari, dichiarato dal 56%. Infine, sono solo il 20% i tifosi che vanno allo stadio mentre la maggior parte segue le partite non solo sui media tradizionali ma anche su internet.

 

(Questo studio è stato realizzato da Ilvo Diamanti in collaborazione con partner istituzionali, Informazioni su Repubblica.it)

La filosofia di Benitez “senza fretta ma senza sosta”

Dal tiki-taka del Barcellona, all’aggressività asfissiante della Juventus, al senza fretta ma senza soste del Napoli. Ogni squadra ha la sua filosofia dettata dalle idee dell’allenatore. Alla base di ogni forma di gioco vi è un’idea del calcio e mi sembra che quella di Benitez sia proprio una bella idea. Si basa sulla responsabilizzazione dei giocatori, che vengono lasciati liberi per un giorno dopo la vittoria cotro il Borussia anche se la prossima partita è contro il Milan; che privilegia l’allenamento con la palla per favorire un clima positivo in allenamento e che non stravolge i calciatori con una preparazione fisica troppo intensa. Si potrebbe dire che siamo solo all’inizio del cammino per dire così bene del metodo Benitez. Ci si dimentica, in questo caso, che iniziare in modo vincente su due fronti, campionato e champions, è difficile e l’esserci riusciti è un risultato estremamente significativo proprio per confermare la validità di questo nuovo sistema del Napoli.