Quando è motivante un dialogo negativo con se stessi

A 35 anni Tommy Haas è il più vecchio tennista del US Open. Come riesce un giocatore di questa età a mantenere un approccio mentale efficace tanto da essere ancora 13 al mondo? Un video del 2007 durante i quarti di finale all’Australian Open, ci apre una finestra sui suoi pensieri in un momento di difficoltà. Infatti il video mostra il dialogo con se stesso di Tommy Haas   durante una pausa di gioco, Dialogo prevalentemente negativo e offensivo verso se stesso ma che contiene qualche affermazione positiva quasi esclusivamente centrata sul risultato da ottenere  (non andare a rete, puoi vincere, vincerai la partita, non puoi perderla, lotta). In questo caso, il sistema che Haas ha usato con se stesso è stato utile poichè vinse quella partita. Spesso noi psicologi dello sport sottolineiamo l’importanza di avere un dialogo positivo con se stessi, centrato non sul risultato da ottenere ma sulle azioni da svolgere. Nonostante sia importante insegnare questo approccio positivo ai giovani,  nel mio lavoro ho incontrato molte situazioni in cui il dialogo negativo è servito da spinta motivazionale a fornire la prestazione migliore di cui si era capaci. Ho incontrato atleti che nella pausa tra diverse prove passavano lunghi minuti a insultarsi come Haas e poi a un certo punto chiedevano “Dimmi qualcosa di positivo” e alcune volte ho parlato dei sacrifici che avevavno fatto per arrivare a quel punto e altre volte degli ostacoli e delle gare che avevano vinto per essere lì, a quel punto cambiavano atteggiamento e dicevano “Adesso vado e lo faccio” piuttosto che “Ok darò il massimo”.  Quasi sempre sono stati di parola.

 

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