Archivio mensile per luglio, 2013

Federica Pellegrini si diverte e va anche in finale

Divertirsi vale per tutti non solo per Federica Pellegrini. Infatti troppo spesso siamo esageratamente seri con noi stessi, come se per fare bene bisognasse per forza essere preoccupati e totalmente concentrati. Invece, non è affatto raro che con questo atteggiamento l’atleta si metta in un stato mentale in cui diventa troppo contratto, così da vivere con con un’apprensione esagerata la gara. Al contrario un attegiamento che stimoli stati d’animo quali sono l’entusiasmo e la voglia di divertirsi scatenano sensazioni positive, piene di energia e la voglia di continuare in questo modo anche durante la competizione. La Pellegrini c’è riuscita e sono convinto che molti dovrebbero scegliere la stessa strada per scoprire che questo atteggiamento è una chiave che porta a essere soddisfatti di se stessi.

Gli sport sono un gioco duro

  • Più gare perse che vinte: lottare sempre
  • Fallimenti + Frustrazioni fanno parte del gioco
  • Molto tempo per pensare: noia e preoccupazioni
  • 3 o 4 momenti critici in ogni competizione
  • Controllo della prestazione e non del risultato
  • Atleti devono essere focalizzati su vincere/prestazione/miglioramento continuo

 

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L’intensità della morale individuale

“Dignità. Chissà se il significato di questa parola riuscirà mai a fare breccia nello sport dei dannati dell’epo”  (Eugenio Capodacqua) che l’indagine della Commissione del Senato francese sul Tour de France del 1998 ha rivelato e fra cui si trovano anche Marco Pantani (vincitore di quell’edizione della corsa) e Mario Cipollini. La mia idea è che non ci può essere dignità se non in presenza di un certo grado d’intensità morale personale. Può essere così descritta:

“Un’ulteriore dimensione psicologica che è emersa come rilevante per spiegare le condotte illegali riguarda lo sviluppo morale, inteso come l’abilità a riconoscere un dilemma etico ed a fronteggiare situazioni etiche. L’intensità della morale individuale influenzerebbe le quattro fasi del ciclo decisionale morale: il riconoscimento dell’esistenza di un problema morale; il formulare un giudizio morale, il formare azioni morali  e l’agire seguendo queste intenzioni. Queste fasi interagiscono pure con le sei dimensioni che costituiscono l’intensità morale:

  1. la rilevanza dei risultati – si riferisce alla somma dei benefici determinati dall’avere portato a termine un’azione;
  2. il consenso sociale – si riferisce all’estensione dell’accettazione riguardante l’eticità dei comportamenti;
  3. la probabilità – si riferisce a quanto percentualmente si ritiene  ipotizzabile che le  conseguenze abbiano un effetto positivo;
  4. l’immediatezza temporale – consiste nella quantità di tempo che trascorre tra il termine dell’azione e l’inizio delle conseguenze;
  5. la prossimità – definisce in che misura chi usufruirà delle conseguenze potrà venire identificato come beneficiario o vittima;
  6. l’effetto di concentrazione – si riferisce al numero di persone interessate ai risultati ottenuti”.

Martina Grimaldi ha vinto l’oro nella 25km dei mondiali di nuoto

Martina Grimaldi ha conquistato la medaglia d’oro nella 25 km ai mondiali di nuoto in acque libere a Barcellona con un incredibile finale. Ha chiuso in 5h07’19″8. a un decimo dalla seconda, la tedesca Angela Maurer e a 7 decimi dalla terza, la statunitense Eva Fabian.

Commenta così Martina Grimaldi: “Non mi sono scoraggiata dopo un inizio di mondiale in salita. Ci ho messo testa e cuore. Alla fine mi dicevo solo che dovevo resistere e cercare di portare a casa qualcosa … quando ho visto che eravamo in tre ho provato a lanciare il rush finale. Dedico questo oro ai miei genitori ed a chi mi è stato vicino in questi giorni”.

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Fabio Fognini è 19 al mondo

Fabio Fognini è entrato da pochi giorni fra i primi 20 giocatori di tennis e pochi punti lo separano ad esempio dall 15° posizione. E’ un risultato importante per il tennis italiano maschile perchè, insieme a Seppi, hanno ottenuto un successo che mancava da 17 anni come si può notare nella classifica qui sotto riportata.

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L’aria interna non è salutare: stiamo troppo al chiuso

“La qualità dell’aria interna” si riferisce alla qualità dell’aria in una casa, a scuola, in ufficio, o altro ambiente dell’edificio. La maggior parte delle sostanze inquinanti che influenzano la qualità dell’aria indoor provengono da fonti all’interno degli edifici, anche se alcuni provengono da fuori. Inquinanti tipici sonoi prodotti di combustione come il monossido di carbonio, particolato e fumo di tabacco, sostanze di origine naturale come il radon; agenti biologici quali muffe, i pesticidi, piombo, amianto, ozono (da alcuni depuratori d’aria), e vari composti organici volatili provenienti da una varietà di prodotti e materiali. Le concentrazioni di alcuni inquinanti sono aumentate negli ultimi decenni a causa di fattori quali la costruzione di edifici a basso consumo energetico e maggiore utilizzo di materiali sintetici da costruzione, arredamento, prodotti per la cura personale, pesticidi e detergenti per la casa.

Negli Stati Uniti il potenziale impatto della qualità dell’aria sulla salute umana a livello nazionale è notevole, per diversi motivi. Gli americani, in media, spendono circa il 90 per cento del loro tempo al chiuso, dove le concentrazioni di alcuni inquinanti sono spesso da 2 a 5 volte superiore rispetto alle concentrazioni tipiche dell’ambiente esterno. Inoltre, le persone che sono spesso più sensibili agli effetti negativi dell’inquinamento (ad esempio, i giovanissimi, gli anziani, le persone con malattie cardiovascolari o respiratorie) tendono a spendere anche più tempo in casa. Effetti sulla salute che sono stati associati con le sostanze inquinanti dell’aria indoor comprendono irritazione degli occhi, del naso e della gola, mal di testa, vertigini e stanchezza, malattie respiratorie, malattie cardiache e il cancro.

Da: United States Environmental Protection agency

Gli 8.000 non perdonano mai

Purtroppo è l’alpinismo lo sport più rischioso, in cui troppo spesso le notizie raccontano storia di dispersi e di morti in quota. Questa volta  è il caso di un gruppo di alpinisti spagnoli impegnati sul Gasherbrum I. Solo Alfredo García, uno dei quattro spagnoli in difficoltà nella discesa, sta scendendo in queste ore al campo base. L’ultimo aggiornamento è arrivato questa mattina, e le informazioni sarebbero incoraggianti. Tutt’altra storia invece quella di Xevi Gómez, Álvaro Paredes e Abel Alonso, dispersi sull’ottomila pakistano dal 21 luglio, dopo essere andati in vetta. Il 22 luglio infatti erano attesi a campo 2, ma alla tenda non sono mai arrivati e di loro si sono perse le tracce.

La settimana scorsa su un altro ottomila del Karakorum, il Broad Peak, altri alpinisti si sono trovati in difficoltà nella fase di discesa dalla vetta. Si tratta della squadra iraniana che è arrivata in cima il 16 luglio dopo aver aperto anche una variante che si ricongiunge alla normale circa a quota 6800 metri. Nel rientro però gli scalatori non sono riusciti ad andare più giù di quota 7800 metri e nonostante diversi gruppi di soccorritori li abbiano cercati proprio fino a quell’altitudine, nessuno dei 3 alpinisti è stato più ritrovato. Le possibilità di ritrovare i 3 dispersi sono ormai nulle. Leggi di più su www.montagna.tv

Mai pensare che l’avversario è più forte, soprattutto se è vero

Mai pensare che l’avversario è più forte, soprattutto se è vero. E’ come guidare con il freno tirato su una strada in salita. Lo faresti mai?