#RivoglioCampoTestaccio

“Mia madre veniva a guardare le partite della Roma a Campo Testaccio quando era incinta di me. E a chi le chiedeva se non temesse di partorire sugli spalti rispondeva: magari!”. Adriano Verdolini insegna sociologia all’Università La Sapienza e ormai è uno dei pochi romani a poter descrivere, anche grazie ai racconti dei genitori, che atmosfera si respirasse a Campo Testaccio.

Questa è una delle tante vergogne italiane, non è certo l’unica perchè molte altre città hanno esempi di questo tipo. Ma tutto ciò avviene a Roma, in un quartiere storico della città privo di spazi verdi e di strutture sportive dove fare sport. E poi è il primo stadio dove la Roma ha giocato sino alla fine degli anni ’30. Infatti l’impianto fu progettato dall’ingegner Silvio Sensi, padre di Franco (presidente del terzo scudetto romanista), su modello degli stadi inglesi (in particolare su quello dell’Everton). Aveva quattro tribune di legno verniciate con i colori della squadra (giallo oro ed il rosso pompeiano), le quali avevano una capienza di 20.000 spettatori e un campo in erba le cui dimensioni potevano essere regolate in base alle esigenze della squadra. L’impianto di Testaccio comprendeva anche l’abitazione dell’allenatore, un edificio sul cui muro esterno era dipinto lo stemma gigantesco della società giallorossa.

Campo Testaccio è un pezzo molto importante della storia della città e non solo per i tifosi della Roma. Bisogna immaginare un quartiere nato all’inizio del ’900 in cui venne costruito uno stadio di calcio in cui tutti facevano la ressa per andare a vedere la Roma e chi non aveva i soldi per pagare il biglietto guardava la partita dal Monte dei Cocci da cui godeva un’ottima visuale sul campo. In anni più recenti su questo campo giocavano bambini della Scuola Calcio Testaccio ma dal 2009 questo campo è abbandonato ed è un luogo di macerie a causa della pessima interazione fra privati e amministrazione pubblica. Infatti il Comune di Roma aveva dato il permesso di costruire dei parcheggi sotto il campo con la promessa di restituire in pochi mesi alla Scuola Calcio il campo ma ciò non è avvenuto. Ora si è costituito un comitato, #RivoglioCampoTestaccio, per ridare questo spazio verde e di sport al quartiere, perchè la burocrazia e i cavilli legali non possono continuare a bloccare un bene di tutti, perchè non basta più indignarsi e stare a aspettare ma bisogna agire sulle situazioni che possono migliorare la vita di un quartiere.

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