L’importanza di sognare per un giovane atleta

L’anno dopo le Olimpiadi è per molti atleti un periodo di transizione. Sovente quelli che hanno ottenuto grandi successi nel quadriennio precedente usano quest’anno come momento di recupero per essere pronti l’anno successivo per ricominciare una nuova avventura. Per i più giovani, invece, può essere un anno importante per dimostrare il loro valore nelle gare internazionali in un momento in cui i migliori non stanno spingendo al massimo. Ed è su questi ultimi che voglio soffermarmi, con la domanda: quand’è che un giovane atleta (ragazza o ragazzo) inizia a sognare che può entrare nella squadra olimpica del suo paese? E poi ha senso sognare?

Ho trovato supporto a questa idea in una ricerca condotta alcuni anni fa dal Comitato Olimpico US che ha rivolto questa domanda agli atleti che sono andati alle Olimpiadi nel periodo 1984-1998. Questi i risultati:

  • Gli atleti hanno iniziato a sognare di diventare atleti olimpionici nel periodo in cui hanno ottenuto i primi successi a livello locale (tra 10,9 e 18 anni).
  • Dopo circa 3,5 anni hanno deciso di perseguire questo loro sogno.
  • Dopo circa 1,7 anni hanno pensato che il loro sogno era realistico a un’età compresa fra 13,4 e 22,4 anni.
Le differenze di età sono dovute al fatto che ginnastica e nuoto sono sport più precoci mentre in altri come il tiro, il canottaggio e l’atletica gli atleti raggiungono la maturità a un’età più avanzata.
Questi dati c’insegnano che i ragazzi e le ragazze hanno bisogno di coltivare i propri sogni e che questi passano da una fase iniziale di desiderio, a una in cui si decide d’impegnarsi per realizzarlo e all’ultima in cui si ritiene realistica la realizzazione. Un altro risultato importante riguarda il breve periodo di tempo intercorso fra la decisione di diventare olimpionico e la convinzione che sarà possibile.

 

 

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