I campioni sono diversi perchè reagiscono subito alle difficoltà

Ci possono essere molti aspetti che fanno la differenza fra un campione e un buon atleta e che dipendono dalle caratteristiche fisiche e fisiologiche di ognuno, dalla qualità e quantità dell’allenamento, dal vivere in un ambiente sociale che lo sostiene e lo protegge e dalle abilità psicologiche che ha sviluppato nel lavoro quotidiano e in gara. Tutte queste caratteristiche sono necessarie  e spesso portano a dire che quel determinato atleta è proprio un talento. Non sono però sufficienti a predire i successi che i campioni raggiungono. A mio avviso, la caratteristica decisiva risiede nella reazione alle difficoltà, è in quel momento che si capisce se il giovane ha la stoffa per essere un campione. I pragmatici americani che da tempo l’hanno capito hanno coniato il detto: “Non importa quante volte cadi, ma quanto in fretta ti rialzi”. In tal modo l’errore non è mai vissuto come un’espressione d’incapacità ma come una comune difficoltà che s’incontra sul proprio cammino e che come tale deve essere affrontata. Talvolta invece gli atleti dopo un errore hanno difficoltà rifocalizzarsi nuovamente sulla loro prestazione, per la ragione che continuano a restare prigionieri del pensiero collegato all’errore. Così dopo l’errore sono confusi perchè pensano alle cause che lo hanno determinato, piuttosto che continuare a restare concentrati su ciò che sta accadendo in gara. Altre volte entrano in campo con la convinzione che non commetteranno errori e così quando fanno il primo, rimangono stupiti e non sono pronti a reagire. Altre volte ancora vivono l’errore non come un fatto probabile ma come una dimostrazione che non sono abbastanza capaci ad affrontare queste situazioni e così si accentua in loro l’insicurezza con l’effetto di aumentare la probabilità di sbagliare.

L’errore più grave e poi quello di credere che giacché ci si è allenati bene, la gara si svolgerà per forza bene. In questo caso, ci si mette in una condizione di presunzione, in cui di fatto si presume che non ci saranno problemi. La situazione, invece  è esattamente l’opposto, perchè in ogni competizione vi sono fasi di difficoltà che mettono alla prova la convinzione e la tenacia dell’atleta. Chi pensa che sia sufficiente essere in forma e non è disposto a reagire alle difficoltà con forza e decisione fornirà una prestazione al di sotto delle sue possibilità. In altre parole bisogna allenarsi a vivere le difficoltà con lo spirito seguente: “Finalmente sono in un momento difficile, così ho la possibilità di allenarmi a uscire da questo problema!”.

 

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