L’Inter si è persa. Dopo 9 vittorie consecutive, nelle ultime tre partite ha ottenuto 2 sconfitte e 1 pareggio contro squadre di livello inferiore. Probabilmente era ipotizzabile un calo di tensione mentale dopo la vittoria con la Juventus ma non che questa condizione si protraesse per altre due partite. Presunzione e stanchezza mentale sono i due sintomi che hanno colpito l’Inter in questa fase del campionato. Sono malattie comuni a chi, non abituato a stare ai vertici delle classifiche, inizia a credere che potrà continuare a vincere anche se s’impegna di meno. E’ una vera e propria forma di pensiero magico che colpisce tutti i giocatori che scendono in campo convinti di vincere per averlo fatto sino alla partita precedente o per avere sconfitto la capolista. L’inesperienza dell’allenatore a stare a alto livello gli ha impedito di prevenire questa condizione mentale negativa, che al contrario era del tutto prevedibile. Infatti dopo la vittoria con la Juventus, la squadra avrebbe dovuto fornire una prova del suo valore proprio giocando con la stessa intensità mentale anche la domenica successiva, mentre ciò non è accaduto e ha continuato a perdersi anche nelle due successive. Certamente l’Inter si riprenderà da questa fase ma dovrà aspettare di ottenere una lunga serie di risultati positivi, prima di sapere se è diventata immune da questa sindrome basata sul virus della presunzione.
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concretamente se l’allenatore presume che la sua squadra possa avere questi problemi come si sarebbe potuto agire? Quali passi compiere per prevenire?
Bisogna mantenere elevata la motivazione della squadra. Personalmente, durante la settimana farei allenamenti con esercitazioni a elevata intensità di gioco in modo da avere sempre livelli elevati di attivazione fisica e mentale. Secondo, non bisogna fornire alla squadra l’impressione di avere fornito una prestazione eccezionale o speciale ma che hanno giocato come sapevano. Si può ottnere questo anche parlando della partita successiva apparentemente più facile di quella precedente sul piano tecnico ma molto più difficile sul piano dell’impegno mentale e, ovviamente, spiegare come questo atteggiamento si deve tramutare in organizzazione del gioco.