Ho trovato molto interessante l’articolo sui problemi psicopatologici degli atleti, pubblicato ieri sul New York Times (http://www.nytimes.com/2012/10/30/sports/with-no-one-looking-mental-illness-in-athletes-can-stay-hidden.html?ref=sports&_r=0). Si dice che di fronte a questi disturbi gli atleti vengono lasciati soli, a differenza di quanto avviene invece quando hanno un problema fisico o sono infortunati che sono circondati da medici, fisioterapisti e dirigenti. L’atleta deve essere un guerriero che non può mostrare queste sue difficoltà altrimenti verrà considerato come un debole o una persona non tenace. Qualcuno si comporta diversamente come Luther Wright che ha scritto un libro “A Perfect Fit” in cui racconta la sua storia da celebrità, a giocatore NBA, ha drogato e alcolizzato . Nel libro ha spiegato che non puoi diventare malato, altrimenti vieni fatto fuori, perchè pensano che non ce la farai a giocare al più alto livello. (http://www.deseretnews.com/article/700087866/Book-review-Luther-Wrights-book-describes-time-with-Utah-Jazz.html?pg=all)
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