Il perfezionismo positivo

Leggo un’intervista a Spielberg e a Jackson il produttore del film su Tintin dove si afferma: “Probabilmente abbiamo speso due o tre anni di lavoro per realizzare ogni particolare nuance e sottigliezza del volto di Tintin. Steven e io abbiamo avuto lunghe video conferenze con il team dei disegnatori … chiedendo loro “Gli occhi possono essere del 15% più piccoli? Le sopracciglia possono essere un po’ più basse?” Queste sono richieste di perfezionismo del regista e del produttore e che in questo modo sono state soddisfatte. E’ un perfezionismo positivo perchè si è concretizzato in un risultato efficace. Un altro aspetto di questa ricerca è che richiede tempo, bisogna provare e riprovare e poi provare ancora. Nel frattempo si presentano degli ostacoli, ci sono fasi che sembrano insuperabili, poi viene il giorno in cui il puzzle si compone e si giunge alla soluzione. Gli atleti, quelli bravi, fanno lo stesso, ripetono migliaia di volte le stesse azioni con qualche piccola modifica fino a quando “appare” il movimento ottimale per loro stessi. A quel punto ci si allena per ripeterlo, entrando così nella fase chiamata della “disponibilità variabile” in cui l’azione può essere avviata e condotta a termine indipendentemente dalle caratteristiche della situazione agonistica. Solo così si raggiunge l’eccellenza.

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