Dice bene Paolo Casarin, oggi sul Corriere della Sera, quando parla a favore della moviola che consentiva agli arbitri di verificare che il 90% del loro operato era giusto, mentre la sua sospensione non permette più di giungere a una valutazione corretta. Questo a dimostrazione che non è mai lo strumento in se stesso a essere pericoloso ma è il suo uso che ne determina la positività o la negatività. In mano a molti la moviola era la prova degli errori e, quindi, dimostrava come gli arbitri manipolavano i campionati. E’ l’assenza di cultura sportiva che uccideva gli arbitri non la moviola. Non vanno eliminati gli strumenti della valutazione, sono le persone che la usano in modo improprio che avrebbero dovuto essere fermate. Dice giustamente Casarin a questo riguardo: ” da designatore, agli arbitri proposi un test: l’esito mise in luce il grado elevato della loro autostima e una spiccata propensione alla relazione interpersonale. Gli stessi esiti espressi da calciatori di primo livello. Quindi il profilo dell’uomo-arbitro non è di secondo grado, non serve difendere l’arbitro con il silenzio della critica.”
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